Nel 2011 in pensione piu’ tardi

Dimezzamento delle “finestre” di uscita per la pensione di anzianità e per quella di vecchiaia nel 2011. E’ questa la soluzione tecnica allo studio del Governo per recuperare ogni anno 1,6 miliardi.

Resta tuttavia aperta una ulteriore ipotesi, il cosiddetto “piano B”, che consiste nel blocco della “finestra” di uscita per le pensioni di anzianità già dal prossimo luglio con un risparmio immediato di 800 milioni. Il sistema attualmente in vigore prevede due “finestre” di uscita all’anno per il trattamento di anzianità: gennaio e luglio.

Dal prossimo anno, una delle due finestre sarà chiusa: dunque molti di coloro che hanno maturato i requisiti nel 2010 dovranno attendere in media sei mesi in più, durante i quali tuttavia matureranno ulteriori contributi.

Secondo l’attuale scalettatura dell’età pensionabile, quest’anno ha diritto alla pensione chi totalizza “quota 95“, cioè la somma di età anagrafica e contributiva con un minimo di età di 59 anni.

Analogamente l’intervento per le pensioni di vecchiaia (65 anni di età per gli uomini) prevede di ridurre da quattro a due le finestre di uscita: dunque, invece di una ogni tre mesi, ce ne sarà una ogni sei.

Di conseguenza i tempi di attesa si allungheranno con il riflesso di risparmi per i conti dello Stato. Le quattro finestre, che prima non esistevano, furono introdotte dalla riforma del precedente governo di centrosinistra proprio per rallentare le uscite: una norma prevedeva tuttavia la scadenza del provvedimento a fine 2011.

Con l’occasione del rinnovo, il governo scenderebbe da 4 a 2 imprimendo una ulteriore stretta. Confermato anche l’intervento sulle pensioni di invalidità civile. Si tratta di una misura strutturale: oggi le pensioni di invalidità sono 2,5 milioni, di queste due terzi prevedono l’indennità di accompagnamento e un terzo sono quelle ordinarie.

Il boom delle indennità di accompagnamento, già oggetto di severi controlli, dipende dal fatto che possono essere erogate senza tenere conto del reddito. Per frenare questo fenomeno, e per avere i conseguenti risparmi, si introdurranno fasce di reddito.

Intanto la manovra dai 25 miliardi previsti sale a 27,6 miliardi. Nel menu spuntano la trasformazione dei Monopòli in “agenzia”, poi misure per facilitare la riscossione e trova infine conferma una sorta di sanatoria edilizia (sarà introdotta alla Camera). Si tratta di regolarizzare, a favore dei Comuni, circa 2 milioni di immobili censiti dall’Agenzia del Territorio ma non a posto sul piano catastale. Resta sempre in agguato la riapertura del concordato preventivo.

Informazioni e assistenza: Patronato E.A.S.A. Piazza Garibaldi 73 – Napoli 081.554.53.65 – (9.00 – 13.00)

 

 

 

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