INTERVISTA: Giacomo Basso Presidente nazionale Casartigiani

Come sta rispondendo l’Artigianato e la piccola impresa alla crisi?

Con la solita straordinaria, commovente, generosa capacità di rigenerazione già dimostrata storicamente nel dopoguerra e negli anni ’70. L’Artigianato è per ontologia tanto più italiana l’attività e il puntello nei periodi di crisi. Certamente, le situazioni variano da territorio a territorio e soprattutto si diversificano e si emblemizzano a livello individuale ma la sintesi del fenomeno è questa che l’Artigianato “tiene” e dà sostegno all’economia italiana.

La sua capacità di adattamento alle situazioni fa parte del suo dna, se c’è da aumentare l’impegno nei servizi lo si fa, se c’è da modificare la produzione si modifica e inoltre non si delocalizza mai. Aspetto quest’ultimo che spesso viene trascurato e dimenticato ma che è determinante.

In ogni caso ogni nostra struttura anche la più piccola è motivata ad assistere, ma per davvero, ogni singolo caso di difficoltà suggerendo e garantendo ogni possibile soluzione. Guai se non fosse così.

Quale attenzione sta riservando il Governo alle esigenze del comparto?

Bisogna sempre mettersi in una logica di ragionevolezza e di considerazione della situazione generale, però si può tranquillamente affermare che questo Governo ha dato considerazione e rispetto all’impresa e all’artigianato.

Ci sono non pochi problemi da risolvere primo fra tutti quello annoso della leva fiscale con la modifica degli studi di settore in primo piano e quello dell’accesso al credito e una diversificata e complessa attuazione di una serie di adempimenti e di adattamenti all’impresa moderna, tutti aspetti su cui noi che tuteliamo il comparto non trascuriamo nessun confronto.

Dall’osservatorio privilegiato che è Casartigiani nazionale come giudica le politiche locali?

Osservatorio non proprio privilegiato perché la distanza dai problemi non può non distorcere la valutazione anche se noi siamo molto attenti e cerchiamo di essere compenetrati e in particolare ci avvaliamo molto delle Federazioni Regionali che sono le vere sentinelle del comparto.

Comunque quello che ci preoccupa tantissimo e per certi versi vista la nostra estrazione culturale ci affligge è la situazione di gravissima difficoltà strutturale in cui versa il Mezzogiorno dove ci sarebbe bisogno di un “new deal” di rilancio infrastrutturale ma anche sociale e culturale.

Speriamo in questa iniziativa della Banca del Sud, ma non solo, speriamo e lavoriamo per un ulteriore presa di coscienza e di sensibilizzazione verso un rinnovato slancio della popolazione e della classe dirigente locale. L’artigianato nel Mezzogiorno, con la sua immarcescibile volontà di esistere e di fare socialità e tramandazione professionale, é veramente struggente e insostituibile.

Quali nuove misure sono allo studio per l’agevolazione all’’accesso al credito? 

 Dobbiamo soprattutto razionalizzare l’impegno dei nostri Confidi e dare conseguenza a quel gran numero di accordi convenzioni progetti iniziative stipulate da Casartigiani e dalle altre grandissime organizzazioni della Piccola e Media Impresa con tutto il mondo Bancario ed Economico, senza dimenticare l’importante ruolo di Artigiancassa.

Su Basilea 2 e 3 mi sono dilungato su un recente articolo che ancora compare sul sito di CASARTIGIANI. Stiamo valutando, ultimissima novità, che diamo in anteprima a “Bottega Artigiana”, la possibilità di ampliare un Consorzio Fidi vicino a CASARTIGIANI per renderlo operativo per tutto il Centro – Sud.

Molti extracomunitari stanno creando imprese Artigiane, mentre i nostri giovani considerano erroneamente il settore poco gratificante. Qual’é la valutazione su tale fenomeno?

La valutazione è sociologica ed è quella che la diplomatizzazione e le lauree più o meno facili dei giorni nostri hanno fatto sì che la instillazione della cultura imprenditoriale si fermasse a un ideale Eboli della volontà.

L’ipocrisia di fondo di questa percezione, con un criterio tutto impressionista, fa si che a volte il settore venga sminuito e declassato di rango, mentre, viceversa la disponibilità degli stranieri e il loro inserimento nell’artigianato è un straordinaria risorsa oltre ad essere una alternativa al degrado, di molti, non inseriti negli ambienti lavorativi.

Le associazioni artigiane, che sono anche associazioni culturali si devono battere per il rilancio della cultura imprenditoriale che è “conditio sine qua non” soprattutto nel Meridione. Va dato atto all’associazione di Napoli di impegnarsi in tal senso per esempio, ma non solo, con il premio dedicato alla memoria del “mitico” Giovanni Luongo che sarebbe opportuno implementare e valorizzare con sessioni per gli stranieri dedicandole, magari, alla memoria di Rino e Alfredo Luongo.

L’Artigianato è menzionato nella Costituzione Italiana, ma l’attenzione principale dei Governi nazionali e locali è nell’ordine sempre per l’Industria, poi per l’Agricoltura, dopo per il commercio e solo in fine per l’Artigianato. Non sarebbe opportuna una campagna istituzionale di incentivazione e promozione che dia prestigio e giusto riconoscimento ai tanti mestieri Artigiani? 

Non è esattamente così se c’è una cosa che in questi ultimi anni constatiamo è un cambio di considerazione alla luce dei fatti per il nostro settore. CASARTIGIANI ha fatto in questi trenta anni un incredibile e straordinario percorso di affermazione tanto più impensabile per quella che era una piccola organizzazione tutto sommato presente in tre Regioni.

La sua affermazione e la sua diffusione e anche il rispetto delle Istituzioni, indipendentemente da quello che ci aspetta nei prossimi dieci anni, è dovuto anche alla coerenza verso l’ideale artigiano.

La Costituzione ormai è datata più di sessanta anni fa e naturalmente rispecchiava la società del dopoguerra a cui abbiamo fatto riferimento in una domanda precedente, laddove l’artigianato rappresentava un ruolo diverso. Quel ruolo che permise la creazione del “miracolo” industriale con il travaso proprio dalle nostre file di tanti “capitani” di industria originariamente artigiani. Oggigiorno, soprattutto in un contesto di Europa unita, il fenomeno artigianato italiano è un “distinguo” se non un “unicum”.

La legislazione e la normativa europea, il quadro di riferimento imprenditoriale un concetto didascalico e sintetico e la stessa legenda fanno riferimento alla micro impresa e alla P.M.I. con il limite dimensionale dei dipendenti. In questo quadro parlare di artigianato “sic et simpliciter” è sempre più improbo, ma CASARTIGIANI deve tassativamente continuare nella difesa dei più piccoli imprenditori e delle imprese familiari.

Il nostro ruolo e il nostro impegno assoluto e imprescindibile fino alla fine dovrà essere quello anche nell’ambito del “Capranica” di dare voce a questi straordinari “solisti” dell’impresa artigiana affinché, ci sia, pure, una necessaria sintesi di aspetto organico europeista ma rispetto dei ruoli e della storia senza indirette penalizzazioni. La nostra ragion d’essere é esaustivamente artigiana.

intervista a cura di Giusy Valleri

 

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