Il primo maggio c’è stato il proprio debutto dei nuovi ammortizzatori voluti dal Jobs Act, prima tra tutti la Naspi, la nuova indennità di disoccupazione che sostituisce l’Aspi e la mini Aspi.
La Naspi sarà affiancata da due nuovi trattamenti contro la disoccupazione che tuteleranno anche i precari (la Dis-coll) e coloro che hanno esaurito la Naspi e sono in condizione di bisogno (l’Asdi). L’indennità, stando a quanto diffuso dal Ministero del Lavoro, spetterà anche a chi ha subito un licenziamento disciplinare.
La Naspi verrà erogata per la metà delle settimane retribuite negli ultimi 4 anni precedenti il licenziamento quindi se la persona ha lavorato in modo ininterrotto può avere l’indennità per 24 mesi (indipendentemente dall’età anagrafica come previsto invece in precedenza per l’Aspi) invece che per 16 (per l’Aspi agli over 55 nel 2015). La durata massima di fruizione della Naspi scenderà però a 18 mesi a inizio 2017.
La base del calcolo per la Naspi è la media delle retribuzioni degli ultimi quattro anni (sono due anni per l’Aspi). Il sussidio è pari al 75% della retribuzione nel caso non superi i 1.195 euro. Se la retribuzione è più alta si aggiunge a 1.195 euro il 25% del differenziale tra questo e la retribuzione con un massimale per l’indennità di 1.300 euro. Il limite massimo è però più alto di quello Aspi (1.169 euro nel 2015).